Tango Essentia... per far, ballando, innamorar la gente...: IL TANGO E' FETISH!

martedì 26 luglio 2011

IL TANGO E' FETISH!





Il Tango è perverso?
Dire che il Tango è un oggetto sessuale non sembra irragionevole.
Cominciare a pensare che esista una sopravvalutazione sessuale psicologica di questo oggetto amato che si estende inevitabilmente a tutto quello che vi è associato, sarebbe parafrasare lo stesso Freud quando scriveva, là, nel 1905, sulle aberrazioni sessuali, nei suoi Tre Saggi sulla Teoria Sessuale.
E’ importante precisare che la parola “perversione” non è spregiativa, né implica patologia. Il padre della psicoanalisi indica che queste pratiche integrano la vita sessuale dell’uomo comune. Freud ci chiarisce, nel suo Saggio, che è comune nell’amore normale un certo grado di feticismo, soprattutto negli innamoramenti in cui il fine sessuale è posticipato o sublimato.

Nella scelta del feticcio influiscono le esperienze dell’infanzia, normalmente con la madre. L’oggetto la rappresenta e la sua perdita o allontanamento duole meno. L’aberrazione del pensiero sessuale resta fissata in un oggetto.Freud indica le scarpe quali simboli corrispondenti ai genitali femminili….
Se alle donne, in genere, piacciono le scarpe, le Milongueras ne fanno oggetto di culto. Le scelgono sensuali, vistose.
La cosa prima che fa una donna che comincia a prendere lezioni di tango è comprarsi scarpe… e non cercano comodità bensì identità. I Tangueri non restano indietro. Brillanti, con tacchi, colorate. La cosa esplicita è che nel movimento dei piedi si mostra l’eccellenza delle figure ma… gli psicoanalisti non possono astenersi dal dubitare… Il feticismo si estende alle calze delle ballerine, guanti, vestiti che sembrano biancheria intima, rasi e sete… lasciando che l’accumulo di prove ci aiuti a sostenere la nostra prima teoria: il Tango è feticista.
 Lo sguardo fa correre il rischio del peccato. Lo sguardo sveglia l’eccitazione libidinosa quando va in cerca di ciò che si nasconde apposta. La nudità non motiva tanto quanto quel lasciare intravedere una spaccatura insinuante, una scollatura, i pizzi morbosi…

Il Tango provoca lo sguardo, lo stimola, ne ha bisogno per sentire. Le milongas a luce piena, per vedersi meglio.
Le coppie abbracciate, che si mostrano… che “copulano” per tre minuti… senza pudore. Alcuni che mostrano, altri che guardano. Contemplare o essere contemplati.
Lo sguardo continuo ad una coppia abbracciata nella strada, dà fastidio, è indiscreto. Però ci sediamo in prima fila ad osservare attentamente l’abbraccio in una coppia che balla il Tango. Il Tango è esibizionista e voyeurista, perciò ha bisogno di Campionati, Concorsi e di ogni tipo di opportunità per mostrarsi, esibirsi.
Sappiamo tutti che nell’atto sessuale esiste un qualcosa di sadico e masochista. Gli amanti giocano, mischiando l’aggressione, la sottomissione e il dominio. Nello scambio amoroso non ci sono vincitori né vinti.
Nel Tango che vediamo interpretato su un palco, normalmente, presenziamo a quel rituale intimo. La donna è trascinata, l’uomo risentito. Ci sono incontri e rifiuti. Tenerezza e violenza. Dialogo appassionato di due corpi che si donano.
Mi piace affermare che “il Tango è sado-masochista”, ma mi infastidisce la caricatura e l’esagerazione che lo rendono aberrante quando l’esportiamo, impudicamente, sui palcoscenici del mondo.
Il Tango mostra tutte le possibilità di un polimorfo perverso, ma, come un bambino innocente, ci gioca soltanto.
È interessante pensare perché si consumi, all’estero o per il turista, un Tango che ostenta molto di perverso e libertino.
Forse nell’immaginario europeo è ancora necessario proiettare in noi, sudamericani, quegli altri… desideri che i loro inconsci non riescono più, oramai, a reprimere.
Articolo scritto da Mónica Peri (Traduzione di Pietro Adorni)




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