In un momento di proliferazione delle scuole di tango argentino, tante e variegate sembrano essere le definizioni di “maestro di tango” che vengono propinate ai neofiti allievi. A tal proposito vi proponiamo un'interessante lettura tratta dal libro "Nell'Abbraccio del Tango" di Elisabetta Muraca:
"Non è raro che, seduta in una milonga italiana, qualcuno mi faccia notare che un Lui o una Lei, che fino a ieri era uno/a dei tanti appassionati di questa alchimia danzante, si è messo ad insegnare. Stupore negli sguardi, sorrisi velatamente ironici, commenti fugaci hanno sempre caratterizzato l'interazione col mio interlocutore. Abituata a dare senso alle mie reazioni, prima ancora di supporre quelle degli altri, mi sono sempre domandata che cosa fa sì che una persona possa definirsi "maestro" e che, comunque, percepisca un compenso per insegnare ciò che ha appreso, forse neanche da molto tempo, da altri che a loro volta hanno ricevuto insegnamenti simili.
Se interrogo un dizionario della lingua italiana, alla voce "maestro" trovo la seguente spiegazione: "Si definisce maestro chi è provetto in un'arte, in una scienza, in un mestiere, in modo da poter insegnare ad altri, oppure, chi professando una disciplina o un'arte con metodi nuovi, si forma una sua scuola."
Continuando nella ricerca, alla parola provetto si associa: "Avanzato in età, esperto, abile, esercitato in un'arte". Deduco allora che chi insegna riconosce a se stesso un'abilità particolare nell'esercitare la disciplina in questione, un'abilità comunque superiore alla media degli altri comuni praticanti.[...]
[...] A prima vista, inoltre, sembrerebbe che il tango abbia il merito di risvegliare negli "improvvisati dell'insegnamento" una funzione docente che magari non sapevano neppure di avere. Un docente che, fino alla scoperta di questa danza meravigliosa, dormiva languido nel cassetto dei loro sogni.
Mi chiedo se altri balli, discipline sportive, artistiche e quant'altro siano capaci di far scoprire il maestro nascosto in ognuno di noi.
Per esempio, se imparassi a usare una racchetta da tennis e magari riuscissi a fare qualche rovescio fortunato, mi verrebbe in mente di insegnare tennis? Probabilmente no, per il semplice motivo che la pallina cadrebbe spesso, il mio avversario vincerebbe sempre e i miei eventuali allievi sarebbero subito informati delle mie scarse capacità tennistiche.
Ebbene, nel tango, diversamente da altre attività artistiche o sportive, questo sembra possibile, almeno per i primi passi. Se il malcapitato allievo, però, incontra per caso un Vero Maestro, dopo poco tempo si rende conto che prima gli è stato "venduto" un tango scadente e dunque decide di cambiare. Certo, ha perso tempo e forse farà più fatica a riaggiustare la postura, a dimenticare i passi e iniziare finalmente a... camminare!
Potrebbe essere questo il vero motivo per cui alcuni "maestri" scoraggiano i loro allievi dall'andare a ballare in determinate Milongas? Non certo per evitare contaminazione negli stili! Ma forse per evitare che i loro allievi facciano incontri stimolanti e possano "vedere" che in giro c'è qualcos'altro.
Costoro dimenticano che il tango è un fenomeno sociale aggregante e che ogni tentativo di dividere e separare non fa altro che aumentare la tensione verso...".
Tratto da "NELL'ABBRACCIO DEL TANGO" di Elisabetta Muraca.
Prezzo: € 16,00 Xenia Edizioni Pagine 220 Formato: 14x19 Anno: 2008 |
Il libro guida, coinvolge, trascina il lettore nella dimensione emotiva e psicologica del tango: a chi balla da anni svela sensazioni insospettate, al semplice curioso apre le porte delle suggestive emozioni insite in questa danza. Dietro le sensuali movenze del tango si cela un groviglio di passioni.
Con una sottile metafora, si potrebbe definire questo ballo «un amante perfetto», capace di suscitare nei ballerini lo stesso intreccio interiore di sentimenti proprio dell'innamoramento.
Il libro guida, coinvolge, trascina il lettore nella dimensione emotiva e psicologica del tango: a chi balla da anni svela sensazioni insospettate, al semplice curioso apre le porte delle suggestive emozioni insite in questa danza. Dietro le sensuali movenze del tango si cela un groviglio di passioni.
Con una sottile metafora, si potrebbe definire questo ballo «un amante perfetto», capace di suscitare nei ballerini lo stesso intreccio interiore di sentimenti proprio dell'innamoramento.
Non tutto però si circoscrive nell'orizzonte del trasporto emotivo, anzi molta parte dell'esperienza tanguera rimanda a una serie di risvolti psicologici umani che sono poi le molle stesse del tango. Risvolti psicologici all'interno dei quali l'autrice, grazie alla sua esperienza di psicoterapeuta, si addentra con competenza.