Tango Essentia... per far, ballando, innamorar la gente...: 14 DICEMBRE 1900: NASCE JUAN D'ARIENZO "EL REY DEL COMPAS".

sabato 14 dicembre 2013

14 DICEMBRE 1900: NASCE JUAN D'ARIENZO "EL REY DEL COMPAS".


Juan D'Arienzo nasce da immigrati italiani il 14 Dicembre del 1900 nel barrio porteno di Barbanera. L'orchestra da lui fondata affascinò la gioventù del suo tempo. Ha creato uno stile nitido e particolare attraverso la marcatura del ritmo. La sua massa sonora, intensa e festiva, contrastò con il ritmo lento e marziale che allora si usava ballare.

Il 1935 fu l’anno chiave nella carriera di D’Arienzo; è l’anno in cui tutti ne ricordano l’apparizione. Avvenne quando nella sua orchestra venne incluso nientemeno che Rodolfo Biagi, un pianista che aveva suonato con Pacho, che aveva accompagnato Gardel in alcune registrazioni, che aveva suonato anche con Juan Guido e Juan Canaro.
D’Arienzo allora si esibiva al Chantecler. L’inclusione di Biagi significò una svolta per i tempi di esecuzione dell’orchestra di D’Arienzo, che lasciò il tempo dei quattro ottavi per i due quarti; come dire che “tornò” ai due quarti, il veloce ritmo dei tangos delle origini.

L’appellativo di “El rey del compas” fu una creazione del Principe Cubano Angel Sanches Careno, animatore del cabaret Chantecler, dove l’orchestra di D’Arienzo si esibì per più di 15 anni.




"La mía siempre fue una orquesta recia, con un ritmo muy acompasado, muy nervioso, vibrante. Y fue así porque el tango, para mí, tiene tres cosas: compás, efecto y matices. Una orquesta debe tener, sobre todas, vida."


In un'intervista del 1949 D'Arienzo diceva:
"Dal mio punto di vista, il tango è, prima di tutto, ritmo, nervo, forza e carattere. 
Il tango delle origini, quello della vecchia guardia (Le Pera, Contursi, Discépolo, Solanas, Troilo, Esposito, Gardel, Filiberto, Razzano, Cobiàn, Cadicamo), aveva tutte queste caratteristiche, e noi dobbiamo cercare di non perderle mai. 
Per averlo dimenticato, il tango argentino, entrò in crisi per alcuni anni. 
Modestia a parte, io feci tutto il possibile per farlo risorgere. 
Per me, una buona parte della responsabilità della decadenza del tango furono i cantanti. Ci fu un momento in cui l’orchestra tipica non era altro che un semplice pretesto per mettere in luce un cantante. Per me, non deve essere così. 
Il tango è musica, come ho già detto e gradirei che fosse principalmente musica. 
La voce umana, non è, non deve essere altra cosa che uno strumento dentro l’orchestra. Io reagì contro questo errore che generò la crisi del tango e posi l’orchestra in primo piano e il cantante al suo posto. 
Si trattò di restituire al tango il suo aspetto mascolino, che era stato perduto. 
Gli impressi la mia interpretazione del ritmo, la grinta, la forza e il carattere che dettero di nuovo vita al mondo musicale del tango. 
Per fortuna questa crisi fu transitoria e oggi ha resuscitato il tango, il nostro tango, con la vitalità dei suoi migliori tempi. 
Il mio maggiore orgoglio è aver contribuito a questa rinascita della nostra musica popolare."
(Intervista di Andres Munoz a J. D’Arienzo del 1949) Traduzione tratta da Todotango. Originariamente pubblicato in Tango y Lunfardo N ° 132, Anno XIV, Chivilcoy, il 16 settembre 1997. Direttore: Gaspare J. Astarita.



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